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Premiere Amiga: recensione completa del platform cinematografico di Core Design

Anno di uscita: 1992 Piattaforma: Commodore Amiga / Amiga CD32 Sviluppatore: The 8th Day Publisher: Core Design Genere: Platform Modalità: Giocatore singolo

Lo abbiamo giocato: cinema e platform si incontrano su Amiga

Quando abbiamo rimesso mano a Premiere, platform pubblicato da Core Design nel 1992, il primo pensiero è stato chiaro: questo è uno di quei giochi che rappresentano perfettamente lo spirito creativo dell’Amiga. Non un capolavoro assoluto, ma un titolo con una personalità forte e un’idea di fondo che ancora oggi riesce a distinguersi. Nei panni di Clutch Gable, montatore cinematografico ossessionato dal suo lavoro, ci troviamo a dover recuperare sei bobine di film rubate la notte prima della loro proiezione. Un pretesto narrativo semplice, ma efficace, che permette al gioco di costruire livelli ispirati ai grandi generi del cinema.

Livelli tematici: ogni stage è un set

Uno degli aspetti che abbiamo apprezzato di più è la varietà delle ambientazioni. Ogni livello rappresenta un vero e proprio set cinematografico:
  • Western
  • Fantascienza
  • Horror
  • Bianco e nero classico
  • Cartoon
  • Fantasy
Dal punto di vista estetico, questa scelta funziona. Ogni stage ha una propria identità visiva e introduce nemici e ostacoli coerenti con il tema. Non tutti i livelli sono memorabili allo stesso modo, ma il senso di varietà resta costante per tutta l’avventura.

Gameplay: classico, ma non banale

Premiere è un platform 2D tradizionale, figlio diretto dell’era Amiga: salti millimetrici, nemici piazzati in modo spesso punitivo e una curva di apprendimento che richiede pazienza. La vera particolarità è la possibilità di muoversi su due piani di profondità, passando dal primo piano allo sfondo. Questa meccanica:
  • aggiunge un minimo di strategia
  • permette di evitare alcuni nemici
  • rende il level design più articolato
Non è una rivoluzione, ma nel contesto dell’epoca è una soluzione intelligente che differenzia Premiere da molti altri platform Amiga.

Boss e sezioni arcade

Alla fine di ogni livello affrontiamo boss fight o mini-giochi arcade. Qui il gioco alterna buone idee a sequenze meno riuscite. Alcune sfide risultano divertenti e ben integrate nel tema cinematografico, altre sembrano inserite più per allungare la durata che per reale necessità ludica. Una scelta comunque apprezzabile, perché spezza la ripetitività tipica dei platform più rigidi.

Grafica e sonoro: Core Design si vede

Dal punto di vista tecnico, Premiere è un titolo solido:
  • sprite grandi e ben animati
  • ambientazioni dettagliate
  • buon uso dei colori
Non siamo ai livelli di Lionheart o dei top assoluti del catalogo Amiga, ma la qualità è evidente. Le musiche accompagnano correttamente l’azione, anche se alcune tracce risultano ripetitive durante le sessioni più lunghe.

Difficoltà: vecchia scuola, nel bene e nel male

Qui emerge il lato più controverso di Premiere. La difficoltà è medio-alta, con pochi checkpoint e un’impostazione molto arcade. Alcuni salti richiedono precisione assoluta e certi nemici sembrano piazzati apposta per punire l’errore. Per noi, abituati ai platform anni ’90, questo fa parte del fascino. Per un giocatore moderno, però, può risultare frustrante.

Premiere oggi: una riscoperta consapevole

Rigiocato oggi, Premiere non è un capolavoro nascosto, ma resta un buon platform Amiga con un’identità forte. La componente cinematografica, unita alla varietà dei livelli, gli permette di distinguersi in un catalogo estremamente affollato. È un titolo che consigliamo soprattutto a chi ama riscoprire produzioni meno scontate e accetta i limiti strutturali dei giochi dell’epoca.

PRO & CONTRO

PRO
  • Idea cinematografica originale
  • Buona varietà di ambientazioni
  • Grafica curata per l’epoca
  • Meccanica dei piani di profondità interessante
CONTRO
  • Difficoltà a tratti punitiva
  • Alcuni mini-giochi poco ispirati
  • Gameplay non sempre rifinito

VOTO FINALE

78/100 Premiere è un buon platform Amiga, creativo e riconoscibile, che paga qualche limite di bilanciamento ma si fa ricordare per atmosfera e stile. Non un classico imprescindibile, ma una riscoperta più che valida per ogni appassionato di retrogaming.

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